sabato 22 febbraio 2014

Provaci ancora effe

Ci sono persone che hanno notevole dimestichezza con la tecnologia, che sono a proprio agio con i dispositivi tecnologici, che cambiano smartphone e computer spesso, che sono sempre connessi e che riescono a gestire una vita reale, magari anche due, molteplici profili, alias, avatar e altrettanti cellulari.
La effe ha, invece, un rapporto un po' conflittuale col mondo della tecnologia, non tanto con quella basic degli elettrodomestici, per la quale anzi è abbastanza portata, ma piuttosto con quella elettronica di cellulari, computer e affini. Le piace parecchio, trova molto belli i diversi dispositivi, soprattutto quelli dal design moderno ed essenziale, ma allo stesso tempo è piuttosto imbranata e sfigata.
Le cose sono andate lisce finché si è trattato di walkman (e ne ha posseduto uno rosso, originale Sony, eredità del nonno), lettori CD portatili e cellulari modello base. Il primo telefonino la effe lo ha comprato a vent'anni suonati, dopo lunghi pensamenti e consultazioni, contro il parere della madre, alla bellezza di 375 mila lire, quando decise di non voler essere tagliata fuori dal mondo dato che studiava in biblioteca dalla mattina fino alle 8 di sera. Lo ha usato per anni, fino a quando non ha tirato le cuoia, per poi passare, nel tempo, ad altri modelli semplici e sicuramente più economici (ora possiede un cellulare basic -no foto, no internet, no coffee- che nonostante le cadute quotidiane continua a fare il proprio dovere). L'unica parentesi smart della effe è stata quando il Marito le ha regalato per Natale un Blakberry, che però non era particolarmente compatibile con la sua compagnia telefonica ed è stato sotto utilizzato, al massimo per qualche filmato, foto e messaggi vocali (anche perché non è una tipa social ed ever connected). Comunque la parentesi si è interrotta perché lo smartphone, messo a riposo per problemi al carica batterie, è stato rubato in un furto estivo insieme al lettore Mp3, con tutte le canzoni del cuore, al computer fisso, alla stampante e ad altri dispositivi elettronici della famiglia.
I drammi grossi, comunque, sono arrivati poi. 

Per affrontare adeguatamente un'impegnativa tesi di laurea, la mamma della effe le regalò un favoloso computer portatile. Pochi anni e molte avventure dopo, per uno sbalzo di tensione, si bruciò la retro-illuminazione dello schermo per cui, poverino, rimase cieco e così soprannominato giace in un cassetto.
Poi venne il portatile dismesso dal suocero, dato che la effe decise saggiamente di non comprarsi più portatili dopo lo shock del primo. Il caro vecchio computer, sballonzolato in lungo e in largo per la tesi di dottorato, ha fatto il proprio dovere per parecchio tempo. Al conseguimento del titolo, quasi quattro anni fa, fu accantonato per far posto ad un nuovo e fiammante notebook, ricevuto in regalo. Tempo due giorni, due di numero, il gioiellino fu rubato ed il vecchio stanco ritornò in auge fino a che il suo povero hard disk non schiattò, si riparò e schiattò di nuovo, definitivamente. Nel frattempo, dopo aver giurato e spergiurato di non possedere più portatili ancorché riciclati da altri, tutti i dati della effe, miracolosamente recuperati e salvati in un hard disk portatile, sono stati l'unico resto di tanta gloria, tanto lavoro e altrettanta sfortuna. La effe cominciò a lavorare appoggiandosi al computer del Marito o a quello del lavoro e salvando tutti i dati nell'hard disk, in vari pen drive e sparpagliandoli tra diversi computer, al massimo del caos. Un bel giorno, però, anche l'hard disk portatile ebbe un tracollo (o meglio fu scaraventato per terra con la borsa in cui stava in un accesso di rabbia e disperazione). Per fortuna, tutto fu risalvato in un nuovo dispositivo, rosso fiammante. Fino a che, nel furto di cui sopra, anche quest'ultimo non andò"perduto", per cui la effe si è ritrovata senza una parte consistente di dati del lavoro di anni, leggera come una piuma e scema come non mai.
Capirete come soltanto l'idea di comprare un nuovo computer, un hard disk o un qualsiasi altro dispositivo elettronico metta alla effe una certa ansia. 
Ma la effe, come la fenice, rinasce e ritenta.
Ultimamente, infatti, ha sentito di nuovo la necessità di un computer personale, per non doversi portare in giro quello del Marito (anche perché è l'unico computer della famiglia) col rischio di farselo rubare, di romperlo o di scaraventarlo a terra, come soltanto lei sa fare. E così si è fatta un regalo e ha ordinato un portatile di ultima generazione, supertecnologico, che oggi dovrebbe arrivare. Piccolo e leggero, da borsa, per portarselo anche al bagno e non lasciarlo mai in giro.
Provaci ancora effe...

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